mercoledì 7 novembre 2007

Il mosaico del mondo

più una riflessione su un tema a me caro che un vero racconto...

E' un pomeriggio ozioso di una giornata di Maggio.
Questa mattina sono stata al mare, e la prima nuotata della stagione si riprende adesso tutta l'energia che mi ha regalato mentre sguazzavo nell'acqua ancora gelida.
Si è alzata una brezza leggera e io, sdraiata sotto il pergolato di bignonia, sono grata al fogliame ancora giovane che lascia filtrare ampie chiazze di sole.
Devo essermi assopita perché il libro che stavo leggendo mi è scivolate sulle ginocchia.
Lo riprendo e lo apro nel punto in cui, approfittando del mio abbandono, ha scelto di schiudersi.
Una frase cattura il mio sguardo “...sospeso tra l'oblio del sogno e la consapevolezza della lucidità...”
E' strano. Leggendo quelle parole mi rendo conto che è così che mi sento in questo luogo pieno di contrasti, in questo angolo della Maremma che pare non riuscire a decidere se essere terra o se essere mare.


I boschi sembrano racchiudere mille segreti a cui neanche il sole ha accesso.
Addentrarsi nella vegetazione è impossibile, la macchia mediterranea blocca i passaggi lasciati liberi dagli alberi di alto fusto.
E si può soltanto immaginare l'ombra umida che avvolge quei labirinti misteriosi, il verde trinato delle foglie, la rugosità centenaria dei tronchi, i sentieri coperti di aghi di pino, le orme lasciate nel terriccio scuro dagli zoccoli dei cinghiali, gli aculei persi dalle spinose nei loro passaggi notturni.
Si respirano i profumi delle erbe selvatiche e gli odori acri degli animali.
Gli alberi secolari, dall'alto della loro saggezza, guardano con indulgenza alla precarietà delle nostre esistenze e all'inutilità dei nostri affanni.
Il silenzio, irrazionalmente amplificato dai canti degli uccelli, dissolve la realtà e rende immobile anche il tempo.


Il bosco scende giù dalla collina fino a svanire come d'un tratto appena raggiunge la costa.
Il terriccio si mischia alla sabbia arida solo per pochi metri. Il bosco è rimasto bosco, scuro e scontroso, fino alla fine. Non si è lasciato addomesticare nel suo cammino dall'ombra verso la luce.


La spiaggia è bianca e abbagliante e aperta, completamente indifferente alla rigogliosità impenetrabile del bosco che sembra minacciarla così da vicino. Lei sa che lui non pretenderà di cambiarla, come lei non pretenderà di cambiare lui.
Il mare l'accarezza dolcemente, come un amante che non chiede niente, e lui stesso la sfiora e si ritrae senza lasciarsi possedere completamente.
Però addolcisce il suo colore quando la incontra, diventa trasparente quando la bacia, così da lasciarla esistere, senza sopraffarla, anche in quel loro lento ed eterno amplesso.
Poi, più in là, riprende il suo colore, che è poi il colore del cielo con il quale si fonde senza unirsi all'orizzonte.


E' nelle diversità dei suoi elementi che sta la magia della Natura, nei milioni di arcani contrasti che si integrano come minuscole tessere per completare il mosaico del mondo.
L'oasi non inaridisce nel deserto, il fiore non simula la forza della quercia, il lago non reclama la velocità delle cascate.
Soltanto l'uomo si lascia condizionare da quanto lo circonda. Per piacere di più e per piacersi di meno.

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