mercoledì 7 novembre 2007

Luce e Ombra

credo che ognuno di noi sia molto di più di quello che appare...
credo che in ognuno di noi ci sia una parte, talvolta la nostra parte più bella, che non mostriamo agli altri e che spesso non osiamo rivelare neanche a noi stessi.


Era stata una giornata piena di sole e di caldo e di gente e di rumori.
Ma adesso era sceso il crepuscolo, e il parco stava lentamente abbandonandosi, stremato, alla statica tranquillità che precede il silenzio e la frescura della notte.
Non più luce accecante, grida di bambini, canti di uccelli, frinire di cicale. Solo ombre, rumori ovattati, brezza sottile e leggeri fruscii di fronde.


Le due donne sedevano ai lati della stessa panchina ma sembravano completamente inconsapevoli della loro vicinanza, come se le loro palesi differenze le nascondessero l'una alla vista dell'altra.

Flavia, composta e armoniosa, con i capelli castani raccolti in uno chignon e il busto bene eretto nel vestito grigio che sottolineava quella austera femminilità di cui - secoli prima, pareva - era andata tanto orgogliosa.
Pensava alla cena del giorno dopo, Luca aveva invitato i suoi clienti più importanti e tutto doveva essere perfetto.
Le sembrava che tutta la sua vita fosse trascorsa all'ombra opprimente della perfezione: moglie perfetta, madre perfetta, donna perfetta.
Per anni aveva pensato che anche la sua vita fosse perfetta.
Poi un giorno si era chiesta: “Ma io sono felice?” e in quel preciso istante aveva cessato di esserlo.
Voleva tornare indietro nel tempo. Riscrivere la propria vita. Commettere degli errori diversi. Cantare e ballare e sognare e ridere e piangere. Voleva vivere, vivere davvero.


Lara, solare e vibrante, in totale contrapposizione con la spiritualità vespertina che aleggiava nell'aria. Rossa la sua minigonna, gialla la sua maglietta scollata, fulvi i suoi capelli, verdi i suoi occhi. Un tripudio di colori, e di vita, e di riccioli scomposti.
Scomposti anche i suoi pensieri. Non faceva mai programmi, Lara. Sapeva che la vita si prende gioco dei programmi, li manipola e li rigira, e se anche riesci ad arrivare al traguardo, alla fine senti solo vuoto e delusione e amarezza.
“La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”. Chi l'aveva detto? Schopenhauer, le sembrava.
Così adesso si godeva quell'attimo di quiete, assaporandolo lentamente. Sapeva che sarebbe durato così poco, giusto il tempo di riprendere fiato prima che nuove sfide la portassero di nuovo a confrontarsi con la vita che si era scelta. Una vita senza nessuna certezza, tutta un'alternanza di esaltazione e di sconforto.
E lei avvertiva sempre più spesso il bisogno di ammainare le vele e di abbandonarsi a qualcuno che la prendesse per mano e le mostrasse la via ad un po' di riposante serenità.


Le due donne erano immobili, come in un quadro.
Ma solo un pittore particolarmente sensibile ai contrasti della natura umana avrebbe davvero pensato di dipingerlo, quel quadro. Le due donne erano così diverse. Eppure l'effetto che scaturiva da quella loro vicinanza era di una fusione totalmente armonica, come se le loro differenze contribuissero a creare una completezza che, separandole, sarebbe venuta a mancare.
E forse quel pittore sarebbe anche riuscito a guardare dentro alle loro anime, ed avrebbe compreso che, nonostante i contrasti evidenti, le due donne erano in realtà una sola, ognuna lo sdoppiamento dell'altra.


Ma loro non capirono che lì, su quella panchina, in quel momento sospeso nel tempo, il Fato stava concedendo loro la possibilità di fondere Luce e Ombra. Di dare voce al lato oscuro della loro coscienza, di guardarlo in faccia, e di liberare l'altra metà della loro esistenza.
No, loro questo non lo capirono, e continuarono a non vedersi.


Poi, d'un tratto sembrò, scese la notte.

E Flavia stancamente si alzò e si avviò verso casa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

sei una donna eccezionale, Manu, ma questo lo sapevo già...
un bacio.
Nicco

MANUELA ha detto...

sono eccezionale solo per chi mi vede con gli occhi dell'affetto. come te, Nicco... :-)
grazie. un bacio anche a te.
Manuela

lita ha detto...

mi ha molto colpito questo racconto. E' come un invito a riconoscere e non lasciar andare... :)

MANUELA ha detto...

bella l'interpretazione che hai dato a questa mia riflessione, christat. e molto in sintonia con la Serendipity a cui è dedicato questo blog.
Manuela